top of page

Archivio News

42 risultati trovati con una ricerca vuota

  • Nasce Qivalis: la Stablecoin in Euro che Ridefinisce il Futuro della Finanza Digitale

    Il mondo della finanza digitale europea si prepara a un salto storico: nasce Qivalis , una nuova società creata da un consorzio di dieci grandi banche europee  con l’obiettivo di lanciare una stablecoin  ancorata all’euro e pienamente conforme al regolamento europeo sulle criptovalute (MiCA) entro la seconda metà del 2026 . Qivalis è la risposta istituzionale europea alla crescente richiesta di valute digitali stabili, sicure e regolate. Il progetto nasce dall’unione di banche di primo piano  come ING, UniCredit, Banca Sella, CaixaBank, SEB, DekaBank, Danske Bank, KBC e Raiffeisen Bank International, a cui si è recentemente aggiunta anche BNP Paribas. Con sede ad Amsterdam , la società sta lavorando per ottenere l’autorizzazione come Electronic Money Institution  dalla Banca Centrale Olandese  (DNB), passo fondamentale per poter emettere legalmente una moneta digitale regolamentata e pienamente garantita da riserve in euro. A guidare questa ambiziosa iniziativa è Jan-Oliver Sell , ex CEO di Coinbase Germany , che sottolinea come la stablecoin non sia solo uno strumento di pagamento, ma un tassello vitale per l’autonomia monetaria digitale europea . Il mercato globale delle stablecoin è oggi dominato da asset denominati in dollari americani , come USDT e USDC, che rappresentano la larga maggioranza della capitalizzazione totale del settore. Una stablecoin ancorata all’euro e emessa da un consorzio bancario europeo potrà: Rafforzare il ruolo dell’euro nella finanza digitale; Offrire un mezzo di pagamento 24/7  con costi e tempi di transazione ridotti; Permettere pagamenti cross-border  e regolamenti di asset tokenizzati in modo più efficiente; Offrire una soluzione completamente regolamentata, con trasparenza e garanzie bancarie . Qivalis rappresenta il perfetto esempio di come istituzioni finanziarie tradizionali e nuove tecnologie possano convergere per creare infrastrutture digitali robuste e regolamentate . Questo progetto va oltre la pura innovazione tecnologica: è un passo verso un ecosistema finanziario in cui le valute digitali convivono con i sistemi bancari tradizionali in modo armonico e sicuro. Questa evoluzione della finanza europea è in linea con i temi affrontati da Sara Noggler nel suo progetto FUTURE BLEND , dove si parla di finanza futura , innovazione nei pagamenti e nella moneta digitale. Nel post di lancio dell’evento FUTURE BLEND, Noggler sottolineava l’importanza di iniziative che ridisegnano il futuro dei pagamenti , mettendo al centro stablecoin, euro digitale e trasformazioni nel sistema finanziario.

  • RedFish Basket Bond, nuova tranche da 4 milioni con Bio Verde e Fastrent

    Prosegue il programma RedFish Basket Bond con una nuova tranche di emissioni da 4 milioni di euro , la quinta dall’avvio dell’operazione. Il progetto di finanziamento, dedicato alle società in portafoglio dell’operatore di private equity RedFish, è strutturato da Banca Finint nel ruolo di arranger, collocatore e banca finanziatrice ed è promosso da RedFish Capital Debt. In questa nuova tranche entrano i minibond emessi da Fastrent spa e Bio Verde srl, che portano a 4 milioni di euro l’ammontare complessivo delle nuove sottoscrizioni. Il programma si basa su un veicolo di cartolarizzazione che acquista i minibond emessi dalle società partecipanti e si finanzia attraverso l’emissione di due classi di titoli asset backed, senior e junior. I titoli senior sono sottoscritti da Banca Finint, mentre la tranche junior è detenuta da RedFish Capital Debt, società controllata da RedFish Listing Partners, a sua volta parte del network di holding riconducibili a RedFish Partners. La struttura consente di canalizzare risorse di medio-lungo termine verso le imprese, mantenendo un adeguato equilibrio tra rischio e rendimento per gli investitori coinvolti. Tra le nuove società emittenti figura Bio Verde, realtà con sede ad Angri, in provincia di Salerno, controllata dalla famiglia Russo e attiva nella trasformazione e commercializzazione di prodotti alimentari, in particolare derivati del pomodoro come polpa, passata e pelati, oltre a prodotti agricoli e attività connesse alla filiera primaria. Nel 2024 l’azienda ha registrato ricavi netti per 51,4 milioni di euro, un ebitda di 6 milioni e un indebitamento finanziario netto pari a 18,1 milioni di euro. Nell’ambito del RedFish Basket Bond, Bio Verde ha emesso un minibond da 2,5 milioni di euro con scadenza a maggio 2031. Le risorse raccolte saranno destinate a sostenere investimenti materiali volti ad aumentare ed efficientare la capacità produttiva, migliorando i processi industriali e supportando il percorso di crescita nel medio-lungo periodo. La seconda società coinvolta nella tranche è Fastrent, con sede a Roma , specializzata nella locazione operativa di beni strumentali, in particolare soluzioni tecnologiche e hardware per il settore ICT. Fondata nel 2006 da un gruppo di professionisti attivi nel mondo dei servizi tecnici già dagli anni Ottanta, la società è oggi presieduta da Giuseppe Terenzio ed è controllata dalla famiglia Terenzio. Fastrent ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 10,1 milioni di euro, un ebitda di 4,3 milioni e un debito finanziario netto di circa 2 milioni. Attraverso il RedFish Basket Bond ha emesso un minibond da 1,5 milioni di euro con scadenza a novembre 2030, destinando i proventi al finanziamento dell’attività operativa, in particolare all’acquisizione di beni da destinare alla locazione, così da rafforzare il portafoglio di asset e la capacità di generare ricavi ricorrenti. La società era già ricorsa al mercato dei minibond lo scorso marzo, con un’emissione da 2,5 milioni di euro nell’ambito della seconda tranche del Basket Bond Lazio, programma sostenuto, tra gli altri, da Cassa Depositi e Prestiti e Mediocredito Centrale. Con questa operazione, il RedFish Basket Bond prosegue un percorso avviato nel 2024 che ha già coinvolto numerose realtà industriali e di servizi. Nelle tranche precedenti sono entrate nel programma, tra le altre, Codess Sociale, cooperativa attiva nei servizi sociosanitari ed educativi, Bertolotti spa, specializzata in impianti per l’industria siderurgica e mineraria e quotata su Euronext Growth Milan, oltre a Marullo, Movinter e Rfltc-Inox. Nel dicembre 2024 si è aggiunta anche Svas Biosana, azienda attiva nel settore dei dispositivi medici e anch’essa quotata su Euronext Growth Milan, con un minibond da 6 milioni di euro. Il programma ha un obiettivo complessivo di raccolta pari a 70 milioni di euro e rappresenta una delle prime operazioni di finanziamento “di sistema” in Italia che vedono la partecipazione diretta di un operatore di private equity. L’iniziativa nasce con l’intento di offrire alle imprese un canale di finanza complementare e di lungo termine, in grado di sostenere sia la crescita organica sia eventuali operazioni di sviluppo per linee esterne, in un contesto in cui l’accesso al credito bancario tradizionale rimane selettivo e sempre più orientato a strutture di finanziamento evolute.

  • Oliverio & Partners nel Club Deal UK da 75 milioni di euro di Crosby Street Securities

    Milano, 19 dicembre 2025 – Oliverio & Partners annuncia la propria partecipazione, in qualità di advisor legale, al Club Deal britannico promosso da Crosby Street Securities per un ammontare complessivo di 75 milioni di euro , destinato a investimenti in Italia. Il Club Deal investirà in società italiane attive nell’EPC (Engineering, Procurement and Construction) , con focus su: costruzione di stazioni e sottostazioni elettriche ; aziende con un backlog significativo in lavori EPC legati a connessioni alla rete elettrica . L’operazione è stata seguita da un team Oliverio & Partners guidato dall’ Avv. Vincenzo Oliverio , con il supporto di due membri del suo team  Roberto Gravi e  Giuseppe Chinagli . Lo Studio ha curato la negoziazione del term sheet e assisterà il Club Deal nelle fasi successive, occupandosi della costituzione della società veicolo (SPV) e di tutti gli atti necessari e conseguenti all’operazione. Oliverio & Partners continuerà inoltre ad affiancare il Club Deal nella strategia di espansione in Italia e nel processo di ingresso nelle società target , supportando le attività di investimento e strutturazione legale delle operazioni.

  • Debutto in Borsa per Telmes: raccolti 1,3 milioni su Euronext Growth Milan

    Telmes ha ufficialmente debuttato su Euronext Growth Milan , il segmento di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita, completando un collocamento privato che ha portato nelle casse della società 1,3 milioni di euro  prima dell’avvio delle negoziazioni. La procedura di ammissione si è conclusa il 16 dicembre 2025, con il primo giorno di contrattazione delle azioni ordinarie fissato per il 18 dicembre, segnando un importante traguardo per l’azienda pugliese attiva nel settore delle soluzioni per la gestione elettrica. L’operazione ha visto la raccolta complessiva di 1,3 milioni di euro , di cui circa 1,1 milioni derivanti da aumento di capitale  e circa 194 mila euro attribuibili all’eventuale esercizio dell’opzione Greenshoe , consentendo a Telmes di presentarsi al mercato con una capitalizzazione post-quotazione stimata intorno ai 4,7 milioni di euro , cifra che salirebbe a circa 4,9 milioni in caso di pieno esercizio della Greenshoe. L’ingresso in Borsa è stato supportato da Integrae SIM , che ha ricoperto il ruolo di Euronext Growth Advisor (EGA) , affiancando l’azienda nell’intero percorso di quotazione, dalla due diligence alla predisposizione della documentazione regolamentare necessaria all’ammissione sul mercato. Inoltre, per aspetti legati alle relazioni con la comunità finanziaria e alla comunicazione con gli investitori nel periodo pre-e post-quotazione, Telmes si è avvalsa di consulenze esterne, in linea con le prassi di supporto per società che accedono a EGM. Fondata nel 2004 e con sede a Modugno (Bari) , Telmes ha costruito la sua attività attorno alla progettazione, produzione e manutenzione di quadri elettrici di bassa tensione  e, attraverso la controllata Temeco, opera anche nella progettazione e realizzazione di impianti elettromeccanici ad uso residenziale e industriale e nel settore delle energie rinnovabili . La società si presenta al mercato con un modello diversificato in quattro linee di business — Electrical Boards, Maintenance & Technological Plants, Software & Engineering e Renewable Energy — che nel 2024 hanno generato ricavi consolidati pari a circa 9 milioni di euro . Il prezzo di collocamento delle azioni è stato fissato a 1,75 euro per azione , corrispondente al limite inferiore della forchetta di offerta definita in fase di pre-IPO. Contestualmente, ai sottoscrittori del collocamento saranno assegnati warrant gratuiti  in ragione di un warrant ogni azione ordinaria sottoscritta, meccanismo volto a favorire un ulteriore coinvolgimento degli investitori nel progetto di crescita post-quotazione. Il debutto di Telmes si inserisce in un contesto più ampio di attività sul mercato Euronext Growth Milan , dove anche altre PMI italiane stanno portando avanti operazioni di raccolta capitali e quotazione per sostenere i propri piani industriali e ampliare la propria visibilità sui mercati dei capitali, consolidando il ruolo del segmento come canale per finanziare la crescita di imprese di dimensioni contenute ma con progetti di sviluppo ambiziosi.

  • ABC Company accelera sulla consulenza strategica: accordo da 1,9 milioni con Global Strategy

    ABC Company spa Società Benefit accelera il proprio percorso di sviluppo annunciando un’operazione strategica che rafforza in modo sostanziale la sua piattaforma di consulenza. La società, veicolo di investimento di permanent capital e advisory quotato sul segmento professionale di Euronext Growth Milan, ha infatti sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione delle attività di management consulting e corporate finance di Global Strategy , boutique di advisory strategica e M&A fondata nel 2006 da Antonella Negri Clementi. L’operazione prevede il conferimento delle attività di Global Strategy in una nuova società veicolo, che al closing assumerà la denominazione storica, mentre la società originaria cambierà nome. ABC Company acquisirà successivamente il 100% della newco per un controvalore complessivo di 1,9 milioni di euro. Una componente centrale dell’accordo è rappresentata dal reinvestimento degli attuali soci di Global Strategy: Antonella Negri Clementi, insieme agli equity partner Stefano Nuzzo e Marco Marinoni, reinvestirà complessivamente 1,32 milioni di euro sottoscrivendo azioni di categoria A di ABC Company nell’ambito di un aumento di capitale riservato al prezzo di 4 euro per azione. La scelta di reinvestire testimonia la forte condivisione del progetto industriale e l’allineamento di lungo periodo tra le parti. Dal punto di vista societario e regolamentare, l’operazione rientra nella fattispecie del reverse take-over prevista dal Regolamento Emittenti di Euronext Growth Milan e sarà quindi soggetta all’approvazione dell’assemblea degli azionisti di ABC Company, oltre al completamento dei consueti adempimenti informativi. Il closing è atteso indicativamente entro il primo trimestre del 2026. In parallelo, l’accordo prevede l’ingresso di Antonella Negri Clementi nel Consiglio di Amministrazione di ABC Company e la definizione di accordi di collaborazione professionale con gli equity partner di Global Strategy, con l’obiettivo di garantire continuità operativa, trasferimento delle competenze e sviluppo del business nel medio-lungo periodo. Global Strategy è una realtà consolidata nel panorama della consulenza strategica italiana. Nel corso degli anni ha affiancato imprenditori, manager e istituzioni finanziarie nella definizione di piani industriali, nei processi di ristrutturazione e nelle operazioni straordinarie, intervenendo spesso anche nella fase di esecuzione dei progetti e nella gestione delle situazioni di crisi. La società è particolarmente attiva nel supporto ai team di restructuring dei principali istituti di credito italiani e ha partecipato a operazioni di rilievo come il rilancio del marchio Kasanova e la ristrutturazione del debito di Massimo Zanetti Beverage. Antonella Negri Clementi ha definito l’operazione un passaggio strategico che valorizza il percorso professionale costruito negli anni da Global Strategy al fianco delle imprese familiari italiane. Alla base dell’accordo, ha sottolineato, vi è una profonda affinità di valori con ABC Company, una visione di medio-lungo termine condivisa e la comune volontà di contribuire allo sviluppo del tessuto imprenditoriale del Paese. Per ABC Company, l’acquisizione rappresenta un’evoluzione naturale del proprio modello di business. Finora il gruppo ha operato prevalentemente come investitore di minoranza in pmi italiane, anche attraverso strutture di club deal, affiancando imprenditori e management nei percorsi di crescita. L’integrazione di Global Strategy consente ora di rafforzare in modo significativo l’area advisory, ampliando l’offerta di consulenza strategica, finanziaria e industriale a supporto sia delle società partecipate sia di clienti terzi. La strategia di sviluppo delineata dal management si articola lungo tre direttrici principali: il potenziamento dei servizi di consulenza in ambito strategico e di M&A, l’ingresso nel segmento del debt capital markets e il rafforzamento delle competenze nella gestione della crisi d’impresa. Secondo l’amministratore delegato Stefano Taioli, l’operazione consente ad ABC Company di costruire un ponte strutturato tra pmi interessate ad aprire il capitale e investitori imprenditoriali alla ricerca di operazioni ad alto valore industriale, rafforzando il ruolo del gruppo come partner di riferimento nel lungo periodo. A supporto di questa fase di crescita, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato anche un importante rafforzamento della struttura finanziaria, con l’avvio di un aumento di capitale fino a 24 milioni di euro e l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile con scadenza 2030. In questo quadro, l’acquisizione di Global Strategy si configura come un’operazione trasformativa, destinata a incidere in modo significativo sul posizionamento di ABC Company nel mercato della consulenza e degli investimenti a supporto delle pmi italiane.

  • Exein: nuovo round da 100 milioni di euro

    Exein, azienda italiana attiva nel settore della cybersecurity embedded per dispositivi IoT, ha annunciato un nuovo finanziamento da 100 milioni di euro che porta a 170 milioni il totale raccolto nel corso del 2025. Il round è stato guidato da Blue Cloud Ventures e ha visto la partecipazione di HV Capital, Intrepid Growth Partners, Geodesic Capital e J.P. Morgan. La crescita rapida di Exein è il risultato di due tendenze convergenti: da un lato l’aumento costante degli attacchi informatici contro aziende e organizzazioni a livello globale, dall’altro il progressivo superamento dei modelli di sicurezza tradizionali a favore di un approccio basato sulla protezione integrata direttamente nei singoli dispositivi. La piattaforma di sicurezza embedded sviluppata dall’azienda protegge già oltre 1,5 miliardi di dispositivi operanti in settori strategici come energia, sanità, difesa, automotive, aerospazio, automazione industriale, semiconduttori e robotica. Secondo le previsioni, entro il primo trimestre del 2026 il numero di dispositivi protetti supererà i 2 miliardi, grazie all’introduzione di nuove tecnologie, alla continua diffusione dell’IoT a livello globale e all’intensificarsi delle pressioni normative in materia di sicurezza. Le risorse raccolte, che comprendono capitale e una linea di credito strutturata con J.P. Morgan, saranno utilizzate per sviluppare soluzioni di runtime security di nuova generazione dedicate ai dispositivi IoT. Queste tecnologie saranno in grado di proteggere anche sistemi di intelligenza artificiale e Large Language Models che operano direttamente sui device, senza passare dal cloud. La prima release di questa nuova piattaforma sarà presentata alla RSAC Conference 2026 di San Francisco. Parallelamente, Exein intende sostenere un articolato programma di acquisizioni nel corso del 2026, con operazioni previste sia in Europa sia negli Stati Uniti, e accelerare ulteriormente la propria espansione internazionale, con un’attenzione particolare ai mercati nordamericano e dell’area Asia-Pacifico. Questo nuovo round segue il finanziamento di serie C da 70 milioni di euro chiuso nel luglio 2025, che ha rappresentato un punto di svolta per l’espansione dell’azienda in Nord America e nella regione APAC, includendo l’apertura di un nuovo ufficio a Taipei prevista per l’inizio del prossimo anno. Nel corso del 2025 Exein ha quintuplicato i ricavi rispetto all’anno precedente, rafforzato la propria presenza nel settore delle infrastrutture critiche e della manifattura industriale e avviato partnership strategiche con produttori e fornitori di chipset come Kontron e Mediatek. Nei soli cinque mesi successivi al round di luglio, la valutazione dell’azienda è quasi raddoppiata, a conferma di risultati commerciali particolarmente solidi e di una domanda in forte crescita per soluzioni di cybersecurity integrate direttamente nei dispositivi. Commentando l’operazione, Gianni Cuozzo, fondatore e CEO di Exein , ha sottolineato come questo finanziamento confermi la velocità di crescita dell’azienda. In poco più di un anno, Exein è diventata una realtà globale, consolidando la propria presenza negli Stati Uniti e nell’Asia-Pacifico e affermandosi come il principale provider mondiale di embedded security per numero di dispositivi protetti. Secondo Cuozzo, le nuove risorse permetteranno di accelerare ulteriormente nel 2026, sostenere la strategia di acquisizioni e aprirsi a nuovi mercati, oltre a introdurre una nuova generazione di tecnologie runtime che rappresenta uno degli avanzamenti più significativi del settore negli ultimi dieci anni. La prima evoluzione di questa tecnologia sarà presentata nel primo trimestre del 2026, con l’obiettivo di costruire un vero e proprio sistema immunitario digitale capace di proteggere il mondo connesso nel lungo periodo. Rami Rahal, fondatore e managing partner di Blue Cloud Ventures , ha evidenziato come i dispositivi connessi costituiscano oggi la superficie di attacco più ampia e al tempo stesso meno protetta a livello globale. In questo contesto, la missione di Exein è considerata cruciale, perché porta una difesa intelligente e in tempo reale direttamente all’interno dei dispositivi, rispondendo in modo puntuale alle esigenze di un mercato in cui gli attacchi informatici si stanno sempre più spostando dal digitale al mondo fisico. Anche J.P. Morgan ha ribadito l’importanza strategica del settore. Max Hauer, responsabile innovation economy banking della banca , ha sottolineato come la sicurezza dei dispositivi connessi sia ormai un elemento essenziale per rafforzare la resilienza delle infrastrutture moderne, riconoscendo a Exein un ruolo centrale in questo ambito.

  • Nasce una nuova piattaforma nel beauty made in Italy: Orienta, Armònia e Square Capital uniscono le forze

    Orienta Capital Partners, Armònia SGR e Square Capital hanno avviato una nuova piattaforma industriale nel settore del beauty made in Italy , con l’obiettivo di creare un polo integrato attivo nella cosmetica e nella profumeria conto terzi di alta gamma. L’operazione si inserisce nel più ampio trend di consolidamento di un comparto che continua a mostrare fondamentali solidi e un forte appeal sui mercati internazionali. Il progetto prende forma attorno a Trendcolor , partecipata da Orienta dal 2022, che rappresenta il nucleo industriale della piattaforma. A questa si affiancano Inunup , specializzata nel make-up conto terzi, e New Cosmesy , attiva nella produzione di fragranze, con l’obiettivo di coprire in modo integrato più segmenti della filiera beauty. La strategia industriale punta a valorizzare il know-how manifatturiero italiano attraverso un modello scalabile e verticalmente integrato, capace di rispondere alle esigenze di brand premium e di nicchia. Dal lato finanziario, Orienta Capital Partners  guida l’operazione affiancata da Armònia SGR , mentre Square Capital , club deal promosso da Deutsche Bank, partecipa come co-investitore. Il contributo congiunto dei tre operatori mira a sostenere un piano di crescita per linee esterne, con ulteriori acquisizioni mirate già allo studio. La governance del nuovo gruppo fa leva sulla continuità manageriale: Massimiliano Testa , già amministratore delegato di Trendcolor, assume la guida dell’intera piattaforma, con il compito di coordinare l’integrazione industriale e accompagnare la crescita del perimetro. L’operazione ha visto il coinvolgimento di un articolato pool di advisor. Orienta  è stata assistita da Orrick, Herrington & Sutcliffe  per gli aspetti legali, Lincoln International  in qualità di debt advisor, Deloitte  per la due diligence contabile e fiscale ed Exentially  per la due diligence commerciale. Armònia SGR  si è avvalsa di Gianni & Origoni  come advisor legale, EY Parthenon  per la due diligence contabile, OC&C  per quella commerciale e Foglia & Partners  per i profili fiscali. Square Capital  è stata seguita da Gianni & Origoni  e dal team Corporate Advisory di Deutsche Bank . Per quanto riguarda le società target, Inunup e i venditori  sono stati assistiti dallo Studio Legale Galbiati, Sacchi, Lamandini e Associati , mentre New Cosmesy  si è avvalsa di Osborne Clarke  e Advant NCTM  per gli aspetti legali e di CP Advisor  come advisor finanziario. In termini prospettici, il gruppo punta a superare i 60 milioni di euro di fatturato nel 2025 , con oltre 200 addetti e una struttura produttiva in grado di coprire make-up, cosmetica e fragranze. L’operazione conferma il crescente interesse del private equity per il beauty made in Italy, considerato un settore maturo per strategie di aggregazione industriale e di creazione di valore nel medio-lungo periodo.

  • Fagioli Finance annuncia di aver finalizzato l'accordo di cessione della propria significativa partecipazione in Fagioli a CEVA Logistics, parte del Gruppo CMA CGM.

    Otto anni dopo averne acquisito la maggioranza il fondo QuattroR ha ceduto la propria partecipazione nel Gruppo Fagioli alla società francese CEVA Logistics che ha firmato un accordo per rilevare il 100 per cento della società di project logistics includendo anche le quote detenute dalla famiglia Fagioli. Il valore dell’operazione non è stato reso noto e CEVA non ha fornito informazioni in merito. Prima della transazione il gruppo faceva capo a Fagioli Holding spa di cui QuattroR deteneva il 71,23 per cento mentre il restante 28,77 per cento era in capo a Fagioli Finance spa veicolo partecipato in parti uguali da Manuela Delpino Alessandra Fagioli e Alfredo Fagioli. CEVA Logistics è tra i principali operatori mondiali nei servizi di trasporto e logistica ed è parte del gruppo CMA CGM. La società offre soluzioni integrate che spaziano dal trasporto aereo marittimo e terrestre alla gestione dei magazzini e alla logistica contrattuale servendo grandi aziende in oltre 170 paesi. Il gruppo francese è noto anche per la partnership con Ferrari. Il Gruppo Fagioli ha sede a Sant’Ilario d’Enza in provincia di Reggio Emilia e occupa una posizione di rilievo a livello internazionale nei trasporti e sollevamenti eccezionali nella logistica di progetto e nelle spedizioni di carichi pesanti grazie a un forte know how ingegneristico applicato a progetti complessi in settori come oil and gas rinnovabili civile e infrastrutture. Tra i principali interventi realizzati il gruppo è stato coinvolto nella ricostruzione successiva al crollo del Ponte Morandi a Genova occupandosi in particolare dei sollevamenti e dei trasporti eccezionali legati alla demolizione delle strutture residue e alla costruzione del nuovo Viadotto Genova San Giorgio. Nel 2024 Fagioli Holding spa ha registrato ricavi per 199,9 milioni di euro con un ebitda pari a 13,5 milioni e un indebitamento netto di 32,3 milioni chiudendo l’esercizio con una perdita di 4 milioni. Si tratta del miglior risultato in termini di ricavi ed ebitda dal 2020 mentre il bilancio era stato in utile nel 2023 nel 2020 e nel 2021. Secondo QuattroR l’operazione rappresenta una conferma del percorso di sviluppo avviato sul gruppo con l’obiettivo di rafforzarne il posizionamento nel project logistics a livello globale grazie all’ampliamento delle competenze al miglioramento delle attività commerciali e all’espansione in mercati strategici. Il fondo ritiene che sotto la proprietà di CEVA il Gruppo Fagioli potrà continuare a crescere e a consolidare il proprio ruolo internazionale. Dal punto di vista del management di Fagioli l’ingresso di CEVA Logistics consentirà di beneficiare di una maggiore capacità di accesso al mercato di una presenza capillare nei principali paesi e di competenze locali oltre al supporto finanziario necessario per accelerare la crescita di lungo periodo. Per CEVA l’acquisizione di Fagioli si inserisce nella strategia di crescita per linee esterne volta a rafforzare la presenza in aree geografiche strategiche e in segmenti logistici ad alto valore aggiunto facendo leva sulla reputazione internazionale e sulle competenze tecniche del gruppo italiano per ampliare l’offerta di soluzioni end to end all’interno del perimetro del gruppo CMA CGM. CEVA Logistics è stata delistata dalla borsa svizzera nel 2019 a seguito di un’opa lanciata da CMA CGM gruppo francese di shipping e logistica controllato dalla famiglia Saadé e partecipato da Yildirim Holding. Da allora CEVA ha integrato numerosi operatori tra cui la divisione CLS di Ingram Micro GEFCO e Bolloré Logistics. Prima dell’operazione Fagioli nel maggio 2025 CEVA aveva acquisito Borusan Lojistik in Turchia per 383 milioni di dollari.

  • BNP Paribas REIM: nel sanitario bisogna guardare oltre il long-term care

    Al di là dell’invecchiamento della popolazione, le performance degli investimenti nel comparto healthcare sono fortemente dipendenti dai fondamentali del settore, dalla capacità degli operatori di gestire la profittabilità degli asset e dalle decisioni di investimento nell’immobiliare tout court   L’equilibrio tra domanda e offerta è essenziale per le performance del segmento LTC   Il sanitario (o healthcare) è un sottomercato dell’immobiliare che in Europa si è affermato come una classe di attività a pieno titolo negli ultimi 15 anni, mostrando come le sue performance fossero fortemente legate alla profittabilità degli operatori.   Gli investitori tendono a puntare soprattutto sul segmento detto “long-term care” (LTC), contando che la domanda per questo tipo di asset aumenterà con l’invecchiamento progressivo della popolazione del Vecchio Continente, mentre, per chi gestisce questi asset, l’aspetto più importante sembra essere l’equilibrio tra domanda e offerta. Per capirlo, basta osservare il grafico sottostante.   Questo grafico mette in relazione due variabili molto importanti per il business dell’LTC: la disponibilità di posti letto per persone over 65 – che è una buona approssimazione del rapporto tra domanda e offerta in un determinato mercato – e il tasso operativo lordo, che riflette la profittabilità degli operatori.   Da questa analisi emerge come le nazioni del Sud e del centro-oriente europei, dove la disponibilità di posti letto è minore in percentuale, vantino un tasso operativo più alto rispetto agli omologhi del Nord o dell’Ovest. L’equilibrio tra domanda e offerta favorisce quindi un maggiore tasso di occupazione delle strutture e, in ultima analisi, una migliore performance degli operatori. Questo è fondamentale per definire le allocazioni nell'ambito delle strategie sanitarie europee, poiché i mercati con un migliore equilibrio tra domanda e offerta potrebbero essere preferibili.   Tuttavia, va ricordato che i margini degli operatori del ramo LTC sono generalmente contenuti. Ciò significa che la loro abilità di gestire un’attività in modo particolarmente efficiente nei costi è essenziale. Dal punto di vista degli investitori, quindi, una volta selezionato il mercato con le linee guida descritte sopra, è importantissimo prestare molta attenzione anche a queste figure, selezionando solamente quelle che presentano dei KPI operativi solidi.   La crescita del segmento delle permanenze brevi   Finora si è discusso del segmento della cura nel lungo periodo anche perché fino al 2020 è stato quello maggiormente preso in considerazione dagli investitori. Tuttavia, negli ultimi anni si è osservato come questi ultimi abbiano iniziato a guardare anche a strutture create per cure di breve o di medio termine, come cliniche generali o specialistiche per le cure sia somatiche sia psicologiche. Ciò ha fatto sì che l’healthcare potesse offrire una gamma di soluzioni molto più ampia. Per dare un’idea, le cliniche per soggiorni di medio termine hanno rappresentato circa il 40% delle transazioni in healthcare europee tra il 2020 e oggi.   Questo è importante, dato che la relazione che intercorre tra disponibilità di posti letto e tasso operativo per le attività ospedaliere (che sono l’esempio classico di strutture dove si forniscono cure per un periodo di tempo più contenuto) è leggermente diversa da quella descritta per l’LTC. In primo luogo, il secondo dei parametri è generalmente più alto in questo tipo di strutture e questa dovrebbe essere già una buona ragione affinché un asset manager vi destini parte delle risorse. In secondo luogo, in questo segmento le dotazioni sono più equamente distribuite tra mercati e lo stesso vale per il tasso di ricorso alle strutture.   Le strutture di degenza breve e media possono offrire un'ampia gamma di servizi che non richiedono necessariamente il pernottamento; pertanto, i prezzi dei letti e delle attrezzature potrebbero non essere il miglior indicatore di domanda/offerta. Gli investitori dovrebbero quindi valutare altri parametri in base allo specifico caso di investimento. Inoltre, le strutture di assistenza LTC sono per lo più di proprietà privata, mentre gli ospedali sono per lo più pubblici. Il panorama competitivo è diverso e la domanda di ospedali privati ​​è fortemente influenzata dalla capacità di spesa locale.   La crescente maturità dell’healthcare   La graduale crescita del settore immobiliare sanitario continua, nonostante il rallentamento generale del mercato degli ultimi anni ed è probabile che gli investimenti in healthcare raggiungano il volume più alto di sempre nel 2025. Questo lo rende un unicum nel real estate, poiché i volumi di investimento per gli altri settori sono ben al di sotto dei livelli di picco. Ciò è dovuto all'istituzionalizzazione del settore, che si sta gradualmente spostando verso la proprietà degli investitori.   Ciò sta aumentando le dimensioni del mercato e la possibilità per gli investitori stessi di prendere decisioni ponderate, basate sui mercati e sulle tendenze del segmento. Nell’LTC, l'Europa meridionale potrebbe rappresentare un buon modo per diversificare rispetto ai più grandi mercati europei di Germania e Francia, grazie al favorevole equilibrio tra domanda e offerta; inoltre, investire nel settore dei soggiorni di breve e media durata potrebbe fornire un ulteriore livello di diversificazione, poiché il segmento risponde a una serie più diversificata di indicatori macroeconomici.

  • BC Partners sigla accordo per l’acquisizione della maggioranza di Fortidia in un’operazione da ~€800 milioni

    La società internazionale di investimento BC Partners  ha sottoscritto un accordo definitivo per l’acquisizione di una quota di maggioranza nel gruppo Fortidia , piattaforma globale di servizi di spedizione, logistica, fulfillment, marketing ed e-commerce, dalla famiglia fondatrice Fiorelli  e da fondi gestiti da Oaktree Capital Management . Secondo indiscrezioni di mercato, l’operazione valuterebbe Fortidia circa 800 milioni di euro  e rappresenterebbe uno dei primi investimenti del nuovo fondo BC Partners Fund XII . Il closing dell’operazione è subordinato alle consuete approvazioni di natura regolamentare. Il presidente e amministratore delegato di Fortidia, Paolo Fiorelli , manterrà una partecipazione significativa  nella società e continuerà a ricoprire il suo attuale ruolo, lavorando in collaborazione con BC Partners per accelerare la prossima fase di crescita del gruppo , con un focus sull’espansione internazionale, sul rafforzamento della piattaforma di servizi integrati e su ulteriori acquisizioni strategiche. Fortidia, già nota come MBE Worldwide  e ridenominata nel 2024, è una realtà con sede a Milano  che opera a livello globale attraverso una rete di marchi e franchisee, offrendo soluzioni integrate di spedizione, logistica, stampa e marketing a supporto delle piccole e medie imprese. Negli ultimi anni il gruppo ha registrato una crescita significativa, sia organica sia per linee esterne, consolidando la propria presenza in Europa, Stati Uniti e altri mercati internazionali. Il modello di business, basato su servizi ricorrenti e su una piattaforma scalabile, è considerato particolarmente resiliente in un contesto macroeconomico incerto. Latham & Watkins  ha assistito BC Partners con un team guidato da Stefano Sciolla , composto da Andrea Stincardini, Guido Hassan, Filippo Bernasconi, Lucrezia Villa, Matteo Crespi, Lorenzo Scola ed Elena Zaffaroni  per i profili corporate. Lo studio ha inoltre prestato assistenza per i profili finance  con un team formato da Nicola Dall’Acqua e Giovanni Molteni , per i profili regolamentari  con un team guidato da Cesare Milani  con Edoardo Cassinelli, Daniele Isidoro ed Elisabetta Piazza , e per i profili antitrust  con Lorenzo Sacco e Ilaria Tucci . Facchini Rossi Michelutti  ha affiancato BC Partners sui profili fiscali , con un team guidato dai partner Luca Rossi  e Marina Ampolilla , supportati dai senior associate Armando Tardini  e Michele Babele . L’operazione si inserisce in un contesto di forte attività nel settore del private equity europeo , dove gli investitori finanziari continuano a privilegiare piattaforme di servizi con posizionamenti di mercato consolidati, flussi di ricavi ricorrenti e significative opportunità di crescita internazionale.

  • Investire SGR (Banca Finnat) acquisisce Natissa SGR da Bain Capital

    Milano, 16 dicembre 2025  — Investire SGR, società di gestione del risparmio appartenente al Gruppo Banca Finnat , ha completato l’acquisizione del 100% di Natissa SGR  da Bain Capital , in un’operazione che segna un importante passo strategico nella crescita e diversificazione delle attività della sgr nel mercato immobiliare italiano. L’accordo prevede l’acquisto dell’intero capitale sociale di Natissa SGR, società fondata da Bain Capital con l’obiettivo di investire nei mercati immobiliari italiani. La cessione comprende anche la gestione di cinque fondi immobiliari , principalmente focalizzati su progetti residenziali, con un portafoglio complessivo di circa 700 unità abitative in fase di sviluppo . Tra i principali asset trasferiti figura il Fondo Bistrot , che include: Un progetto di rigenerazione urbana nell’area Ex Trotto di Milano , con la prevista realizzazione di circa 600 unità abitative . Il complesso residenziale Bistolfi 31 a Lambrate , dove sono in corso i lavori per completare 172 unità residenziali . L’acquisizione di Natissa SGR rappresenta per Investire SGR un passaggio strategico di rilievo nel proprio percorso di crescita. L’operazione consente infatti alla società del Gruppo Banca Finnat di r afforzare ulteriormente il proprio posizionamento nel segmento del living , ambito che comprende gli investimenti residenziali e i progetti di rigenerazione urbana, oggi al centro dell’interesse degli investitori istituzionali. Allo stesso tempo, l’integrazione degli asset e dei fondi precedentemente gestiti da Natissa permette a Investire SGR di incrementare il patrimonio in gestione, ampliando la propria piattaforma operativa e la massa critica dei veicoli immobiliari. Un ulteriore elemento strategico riguarda l’ingresso e il r afforzamento nel mercato dei crediti deteriorati (NPL), settore nel quale Natissa ha maturato competenze e track record specifici. Grazie a questa acquisizione, Investire SGR potrà quindi estendere la propria operatività anche in ambiti a maggiore complessità, ma potenzialmente ad alto valore aggiunto. In parallelo, la società punta a consolidare le relazioni con investitori istituzionali internazionali. Tra questi figura la stessa Bain Capital, che, pur uscendo dal capitale di Natissa SGR, continuerà a mantenere un rapporto diretto con Investire SGR in qualità di quotista dei fondi, confermando la solidità della partnership e la continuità industriale dei progetti in corso. L’operazione ha visto il coinvolgimento di primari studi legali internazionali. Investire SGR è stata assistita da Pedersoli Gattai per tutti gli aspetti corporate, regolamentari e contrattuali dell’acquisizione, mentre Bain Capital si è avvalsa del supporto legale di Linklaters , oltre al contributo di advisor specializzati per le diverse fasi dell’operazione. Commentando l’operazione, Alessandro Polenta, nuovo CEO di Natissa SGR e Managing Director di Investire SGR, ha sottolineato come l’acquisizione rappresenti un passaggio strategico per rafforzare la presenza nel segmento residenziale e sostenere lo sviluppo di nuove soluzioni abitative e di progetti di rigenerazione urbana sul territorio italiano. Sulla stessa linea Michele Beolchini, Head of Product Development & Fundraising di Investire SGR , che ha evidenziato come l’operazione confermi la strategia di crescita per linee esterne della società, attraverso l’integrazione di nuovi asset e di ulteriori opportunità di investimento all’interno della piattaforma gestionale. L’acquisizione di Natissa SGR da parte di Investire SGR si inserisce in un contesto più ampio di evoluzione del mercato immobiliare italiano. Negli ultimi anni, operatori specializzati stanno infatti accelerando il proprio posizionamento nel comparto residenziale e living , sostenuti da una domanda strutturalmente in crescita e da un rinnovato interesse verso progetti di riqualificazione urbana. Parallelamente, aumenta l’attenzione verso i portafogli di crediti deteriorati e gli asset immobiliari distressed , considerati sempre più strategici per intercettare opportunità di rendimento in uno scenario di mercato competitivo e in continua trasformazione.

  • Il Capital Markets visto da una Power Boutique Europea

    Oliverio&Partners è una power boutique legale europea riconosciuta e ascoltata sia in Unione Europea sia negli Stati Uniti, opera su operazioni complesse cross-border e un forte focus in  Energy & Digital Infrastructures  e, più in generale, nel  Private Equity .La firma opera tipicamente al fianco di diversi investitori industriali o istituzionali, fondi infrastrutturali, private equity e grandi corporate su M&A, joint venture, strutture di capital markets e piattaforme industriali scalabili. In questa intervista, l’Avv.  Vincenzo Oliverio , Global Head of M&A and Capital Markets dello Studio, racconta la loro view sul Capital Markets, quali sono le  asset class del momento  e dove si sta spostando il capitale nel medio-lungo termine, con particolare attenzione a  BESS stand-alone ,  data center  e  idrogeno . Quali sono oggi le asset class più interessanti in ambito Energy & Digital Infrastructures, e quali lo saranno tra 5–10 anni? Oggi il mercato sta premiando tre cluster principali: Infrastrutture energetiche “abilitanti”: BESS utility-scale , sia stand-alone sia co-locati con rinnovabili. Grid reinforcement e interconnector , perché senza rete non si chiude nessun business plan di rinnovabili o data center. Soluzioni di  flessibilità (peaking plants efficienti, demand response industriale). Il mercato dei sistemi di accumulo sta crescendo con tassi annui a doppia cifra e, secondo diverse analisi, potrebbe  più che raddoppiare  in valore entro il 2030, trainato da rinnovabili e sicurezza di sistema. Infrastrutture digitali: Hyperscale data centers e, sempre più, nodi “AI-ready”. Edge data centers , dove la latenza è critica. Fibre, towers e small cells , che restano asset core per molti fondi infrastrutturali. I data center sono il vero game changer: la domanda elettrica dei data center è attesa  quasi raddoppiare entro il 2030 , spinta dall’AI e dal cloud, con un impatto strutturale sui sistemi elettrici. Private equity / infra funds “platform driven”: non il singolo asset, ma piattaforme che aggregano progetti in pipeline (BESS, data center, hydrogen-ready pipelines, ecc.) e li portano insieme a scala industriale, con un chiaro equity story per l’exit. Nel medio-lungo termine le asset class non cambiano chissà quanto nei nomi, ma cambiano nel  profilo di rischio : più exposure alla fase di sviluppo, più merchant exposure, più tecnologia. Il capitale va dove c’è  scarcity di asset  e dove si possono ancora generare  multipli di uscita , non solo cedole. Perché i BESS stand-alone sono diventati così appetibili per gli investitori istituzionali? I BESS stand-alone sono, di fatto, l’ infrastruttura abilitante  della transizione energetica: Permettono di  time-shiftare l’energia rinnovabile, spostandola dalle ore negative/low price alle ore ad alto prezzo. Offrono una  revenue stack diversificata : arbitraggio, servizi di bilanciamento, riserva, capacità, talvolta servizi di rete locali. Sono modulabili: si parte con un progetto da qualche decina di MWh e si scala in piattaforma. Le previsioni parlano di una crescita del mercato BESS con  CAGR nell’ordine del 15–20% fino al 2030 , con volumi globali che raddoppiano o più in pochi anni. Per un investitore istituzionale questo significa: Asset class nuova ma non più “esotica” : sta uscendo dalla fase puramente sperimentale. Ritorni interessanti rispetto alle rinnovabili mature (fotovoltaico ed eolico fully contracted), che spesso hanno già visto una compressione degli yield. Capacità di de-correlare parte dei ricavi, se ben strutturata la revenue stack. Qual è il “matching” ideale tra BESS stand-alone e i futuri data center? Qui c’è la parte più interessante. I data center, soprattutto quelli AI-intensive, hanno tre problemi strutturali: Carico crescente e molto concentrato su certe aree. Esigenza di power availability e qualità del servizio praticamente al 100%. Pressione fortissima su  decarbonizzazione e credibilità ESG . Allo stesso tempo, sappiamo che la domanda elettrica dei data center è destinata a  più che raddoppiare entro il 2030 , con un contributo dominante alla crescita dei consumi nei Paesi avanzati. Qui entra il BESS stand-alone come “partner naturale”: Co-location o vicino alla stessa sottostazione del data center, per: Peak shaving, Backup e resilienza, Firming dei PPA rinnovabili sottostanti. Strutture di  offtake contrattuale innovative: Contratti “hybrid” tra data center operator e veicolo BESS (capacity, availability, resilience services). Strutture in cui il data center paga per avere un  profilo di energia “modellato” esattamente sul suo load . Dal punto di vista legale e di Capital Markets, questo significa: Nuove  configurazioni SPV (data center + BESS / BESS separato ma contrattualmente agganciato). Project finance che considerano il data center come quasi una “ancillary infrastructure” rispetto al sito, o viceversa, a seconda di chi è il driver del valore. Possibilità di strutturare  green bonds o sustainability-linked bonds direttamente agganciati alle performance di decarbonizzazione del cluster data center + BESS. Il messaggio è semplice: chi oggi progetta data center senza ragionare seriamente su BESS (e più in generale storage) come componente strutturale del sito, rischia di essere fuori mercato in pochi anni. L’idrogeno è spesso nominato come asset class del futuro. È già investibile? E come si incrocia con i data center? L’idrogeno oggi è un paradosso:  enorme narrativa, deal veri selettivi . Da un lato, le proiezioni di investimento sono impressionanti: a livello globale si parla di decine e decine di miliardi l’anno di investimenti potenziali in idrogeno entro il 2030. In Europa esiste un pipeline importante di progetti di elettrolisi, ma siamo ancora sotto gli obiettivi di produzione fissati dalle strategie comunitarie per il 2030. Dall’altro lato: I costi rimangono alti. Gli offtake agreements sono difficili: l’industria è spesso restia a firmare contratti lunghi a prezzi premium. La regolazione è in evoluzione continua (definizioni di “green” e “low-carbon”, incentivi, standard di certificazione). Quindi, è investibile?  Sì, ma non per tutti.  Oggi è un terreno soprattutto per: Piattaforme industriali integrate (energia + idrogeno + cliente finale). Fondazioni / Stati / corporate strategiche che ragionano a 15–20 anni. Alcuni fondi infra/PE con mandato “transition” e tolleranza al rischio di policy e tecnologia. Il  matching con i futuri data center  avviene su due assi: Power backup e flessibilità : soluzioni fuel cell alimentate a idrogeno (o e-fuels) possono diventare alternative ai tradizionali generatori diesel di backup, con un profilo molto più ESG-compliant. Cluster industriali ibridi : Data center + elettrolizzatori + rinnovabili nello stesso hub. L’eccesso di potenza rinnovabile non assorbito dal data center in certe fasce orarie può diventare input per l’elettrolisi. In prospettiva, è plausibile avere  contratti tripartiti tra rinnovabile, elettrolisi e data center che si scambiano flessibilità e profili di carico. Non è una storia per domani mattina, ma è chiaramente una delle direzioni in cui il mercato sta andando. Come sta cambiando l’approccio del Private Equity verso Energy & Digital Infrastructures? Fino a qualche anno fa il paradigma era:  core infra low-risk, ritorni moderati . Oggi il capitale è costretto ad andare più avanti nella curva del rischio per trovare rendimenti interessanti. Quattro tendenze chiare: Platform deals, non asset singoli: chi compra un singolo parco eolico fully contracted, oggi, compra rendimento quasi obbligazionario. Chi compra una piattaforma con pipeline di BESS, data center sites, hydrogen-ready assets, compra opzionalità. Più sviluppo, meno “ready-to-build comodo”: i fondi stanno accettando una certa quota di rischio autorizzativo e di sviluppo, soprattutto se supportata da partner industriali seri. Maggiore ibridazione infra/PE: molte operazioni su data center e piattaforme BESS hanno una componente forte di  buy-and-build , M&A seriale, add-on, che sono tipiche del private equity. Private credit e soluzioni ibride di capitale: non solo equity pura, ma  mezzanine, preferred equity, structured equity , soprattutto per colmare i gap tra risk appetite delle banche e ambizione degli sponsor. Per una boutique come la nostra, questo significa lavorare su strutture dove M&A, project finance e capital markets vivono insieme nello stesso deal. Guardando al Capital Markets, quali strumenti vede più rilevanti per finanziare queste asset class nei prossimi anni? Se togliamo il “rumore” di mercato, il quadro è abbastanza chiaro: Equity e quasi-equity di lungo periodo , tramite: Fondi infrastrutturali e PE specializzati. Veicoli quotati o semi-quotati (in alcuni mercati). Debito strutturato : Project finance tradizionale per rinnovabili + BESS. Project bonds e  green bonds  per i cluster più maturi (es. piattaforme data center con contratti di lungo termine). Strutture  sustainability-linked legate a metriche chiare (emissioni evitate, % di energia rinnovabile, ecc.). Private credit per colmare: Gap di velocità (i mercati pubblici sono spesso più lenti). Gap di rischio (esposizione merchant, tecnologia). Lo strumento, però, conta meno del  disegno complessivo : un data center AI-ready con BESS stand-alone e contratti di fornitura rinnovabile strutturati male non diventa bancabile solo perché lo finanziamo con green bond. Serve coerenza industriale, contrattuale e finanziaria. Cosa deve aspettarsi un investitore che entra oggi su BESS, data center e idrogeno? Deve essere lucido su tre cose: Non è più un mercato “vuoto”: sul BESS e sui data center l’affollamento è già reale, soprattutto in alcune giurisdizioni. Gli yield tenderanno a comprimersi sugli asset migliori. La regolazione farà vincitori e vinti: chi non anticipa i trend regolatori su grid charges, servizi di flessibilità, standard ESG, rischia di trovarsi con asset “locked”. Il valore sta nell’integrazione: data center + BESS + rinnovabili + (domani) idrogeno non sono quattro storie separate, sono un’unica storia di  sistema elettrico più complesso e digitale . Qual è la prossima frontiera su cui state lavorando come Oliverio&Partners? Due frontiere, molto concrete: Cluster integrati “AI + Energy”: progetti in cui data center, storage, rinnovabili e – in alcuni casi – future soluzioni a idrogeno sono pensati fin dall’inizio come un unico ecosistema, con strutture di M&A e capital markets costruite su misura. Standardizzazione contrattuale e finanziaria: il mercato ha bisogno di  template più maturi per PPA “AI-driven”, contratti BESS–data center, strutture di platform financing ripetibili. Chi riesce a industrializzare questi standard abbassa tempi e costi di transazione per tutti.

  • Assolombarda e Radical Partners: un’alleanza strategica per le piccole imprese innovative. Al centro lo sviluppo del venture capital e il modello di investimento tramite fondo di fondi

    Milano, 15 dicembre 2025 - Il presidente di Assolombarda, Alvise Biffi , e il managing director di Radical Partners, Salvo Mizzi , hanno firmato, a Palazzo Gio Ponti, un protocollo d’intesa finalizzato ad avviare un’alleanza strategica per sostenere lo sviluppo del venture capital e, in particolar modo, il modello di investimento tramite fondo di fondi . L’accordo rientra nell’impegno dell’Associazione teso a sostenere lo sviluppo delle piccole imprese innovative con il duplice obiettivo di innescare un circuito virtuoso di crescita attraverso l’iniezione di capitale e di indirizzare la governance degli investimenti verso settori strategici per l’industria del “quadrilatero” produttivo costituito da Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. “ La promozione di un ecosistema dei capitali, capace di accelerare la crescita dell’imprenditorialità innovativa, rappresenta una priorità assoluta per Assolombarda: l’Associazione, in quest’ottica, è impegnata a studiare, ormai da anni, strumenti di open innovation e corporate venture capital, oltre che a realizzare occasioni di confronto tra imprese, investitori e istituzioni. Il venture capital, del resto, costituisce un asset fondamentale per sostenere la crescita delle imprese. L’obiettivo è quello di favorire l’attrazione di capitali e la creazione di opportunità professionali qualificanti attraverso un ‘patto intergenerazionale’ capace di mobilitare il grande risparmio privato presente nel nostro Paese per farlo fluire verso l'economia reale. Un approccio utile per valorizzare il talento e la crescita della nostra impresa ”, ha dichiarato il presidente Alvise Biffi . La sinergia mira, dunque, a dischiudere le enormi potenzialità del territorio, a partire delle start-up innovative e a beneficio dell’intero tessuto produttivo. Secondo il report “ L’impatto occupazionale delle startup innovative italiane ”, curato dal Centro studi di Assolombarda, fino al 2024, tali imprese hanno generato, complessivamente, 68.526 nuovi posti di lavoro in tutta Italia. Oltre la metà degli occupati lavora, inoltre, in servizi e manifattura high-tech e rappresenta il 4% della forza lavoro in un settore ritenuto cruciale per innovazione e produttività. Dal punto di vista dei risultati economici, il fatturato totale stimato per il 2024 è di 14,5 miliardi di euro , in crescita rispetto ai 13,4 miliardi del 2023, mentre il valore aggiunto raggiunge i 3,7 miliardi di euro (3,3 nel 2023). Solo lo scorso anno, infine, la filiera dell’innovazione italiana ha mobilitato risorse per un valore complessivo di 6,95 miliardi di euro che, sommate a quelle degli anni precedenti, portano ad un consolidato di 47 miliardi, dal 2012. Un dato che comprende 9,2 miliardi di investimenti di venture capital, 3,75 miliardi dedicati all’Open Innovation, 6,9 miliardi di prestiti garantiti dal Fondo di Garanzia e 27,1 miliardi di euro di fatturato generato dalle realtà coinvolte. Trend significativi che richiedono un ulteriore stimolo per sollecitare lo scale-up delle piccole imprese innovative. “ Radical Partners, attraverso Radical Fund of Funds, il primo fondo di fondi di venture capital totalmente privato e indipendente, intende supportare una nuova generazione di investitori e imprenditori impegnati nel comparto dell’innovazione, con un approccio sostenibile e trasformativo. La filiera dell’innovazione, d’altra parte, è oggi uno dei motori più solidi della crescita italiana, non soltanto per la capacità di generare nuove idee, ma anche perché produce lavoro qualificato, nuove competenze e valore per tutto il sistema produttivo. Un tema rilevante anche per gli investitori istituzionali: investire capitali per la crescita, in modo paziente e sostenibile. Occorre alla fine un cambio di paradigma: l’Italia è un Paese ricco di risparmio, eppure ancora poco di quel capitale viene destinato all’economia reale e, in particolare, a un asset decisivo come l’innovazione ”, ha commentato Salvo Mizzi . Con il protocollo, Assolombarda e Radical Partners intendono, dunque, potenziare la filiera italiana del venture capital per diffondere la cultura degli investimenti in capitale di rischio e offrire alle imprese e agli investitori istituzionali le condizioni per effettuare il miglior bilanciamento possibile verso opportunità e vantaggi . Un equilibrio che può essere raggiunto proprio attraverso il modello del fondo di fondi. “ Per stimolare davvero l’innovazione servono maggiori risorse, pubbliche ma anche private, e servono anche strumenti che le mettano in moto: in Italia gli investimenti in Private Equity e Venture Capital sono ancora poco diffusi e quantitativamente ridotti, appena lo 0,4% del PIL nel 2024, contro una incidenza in Francia dello 0,9%. Una mancanza di investimenti che, ovviamente, si traduce nella difficoltà a generare startup veramente scalabili, finanche unicorni, e a far crescere le nostre piccole imprese innovative, anche su dimensione internazionale. La chiave è l’effetto leva tra investimento privato e pubblico; quest’ultimo negli ultimi cinque anni in Francia ha mobilitato risorse pari a quasi 13 miliardi di euro, mentre nel nostro Paese nello stesso quinquennio abbiamo a malapena superato i 2 miliardi ”, ha concluso Biffi.

  • Quant>ICO verso il primo investimento strategico: in vista l’acquisizione di Spada Partners

    Quant>ICO è pronta a compiere il suo primo passo operativo sul mercato. La piattaforma di investimento specializzata in club deal, lanciata da un team con una lunga esperienza nel private capital e nella consulenza finanziaria, è infatti entrata in una fase avanzata di negoziazione per l’ingresso nel capitale di Spada Partners , realtà di primo piano nel settore della consulenza fiscale e societaria. L’operazione, se finalizzata, consentirebbe a Quant>ICO di acquisire il controllo della società , segnando l’avvio concreto della strategia di investimento annunciata al momento del lancio. Spada Partners rappresenta un target in linea con il posizionamento della piattaforma: uno studio con una forte identità imprenditoriale, una clientela consolidata e competenze ad alto valore aggiunto in ambito M&A, fiscalità e operazioni straordinarie. Fondata e guidata da Roberto Spada , la struttura ha costruito negli anni un modello di crescita basato su professionalità altamente specializzate e su un’organizzazione articolata, capace di servire sia imprenditori sia gruppi strutturati. La recente evoluzione verso la forma di società tra professionisti  si inserisce in un percorso di maggiore apertura a operazioni di natura industriale e finanziaria. Per Quant>ICO,  la piattaforma di investimento in club deal fondata dal ceo Antonio Da Ros, dal presidente Paolo Langè e da Angelo Busani, l ’ingresso in Spada Partners non sarebbe solo un investimento finanziario, ma il primo tassello di un progetto più ampio di aggregazione nel settore dei servizi professionali , un comparto ancora frammentato ma caratterizzato da elevata resilienza e da flussi di ricavi ricorrenti. La logica dell’operazione prevede il mantenimento di un ruolo centrale dei partner operativi, chiamati a reinvestire nel progetto e a garantire continuità gestionale. L’iniziativa si colloca all’interno di un piano di sviluppo che punta a mobilitare risorse significative nei prossimi anni, coinvolgendo investitori istituzionali, family office e imprenditori interessati a partecipare a operazioni selettive nel mid-market italiano. In questo contesto, la collaborazione con primari partner bancari rafforza la capacità di origination e strutturazione dei deal. Se portata a termine, l’acquisizione di Spada Partners rappresenterebbe dunque un segnale chiaro delle ambizioni di Quant>ICO : costruire piattaforme solide partendo da eccellenze professionali, valorizzandone il capitale umano e accelerandone il percorso di crescita attraverso una visione industriale di lungo periodo.

  • Missione imprenditoriale a Riad: nuove opportunità per le imprese italiane nel mercato saudita

    Una missione imprenditoriale a Riad apre nuove prospettive di collaborazione per le imprese italiane interessate a operare in uno dei mercati più dinamici e in rapida trasformazione del Medio Oriente. L’iniziativa, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale insieme a ICE Agenzia, si inserisce nel nuovo quadro di partenariato strategico definito tra Italia e Arabia Saudita. L’obiettivo della missione è chiaro: esplorare progetti e partnership industriali e cogliere le significative opportunità generate dalla Saudi Vision 2030, il vasto piano di riforme con cui il Regno sta ridisegnando la propria economia. Il programma punta a ridurre la dipendenza dalle rendite degli idrocarburi, favorendo lo sviluppo di settori ad alto valore aggiunto come i servizi, l’industria manifatturiera non petrolifera, le infrastrutture, l’energia, la tecnologia e il turismo. In questo contesto di profonda trasformazione, l’Italia può giocare un ruolo di primo piano. Il sistema manifatturiero italiano, riconosciuto a livello internazionale per qualità, innovazione e flessibilità, è pronto a contribuire con competenze, tecnologie e soluzioni avanzate. Un contributo che si estende anche alle grandi iniziative internazionali che vedranno protagonista l’Arabia Saudita nei prossimi anni, come Expo Riad 2030 e i Mondiali FIFA 2034, eventi che richiederanno investimenti massicci in infrastrutture, costruzioni, servizi e design. I numeri dell’attuale rapporto commerciale tra i due Paesi confermano il forte potenziale della partnership. Nel 2024 le esportazioni italiane verso l’Arabia Saudita hanno raggiunto il valore record di 6,2 miliardi di euro, registrando una crescita del 27,9% rispetto al 2023. L’interscambio complessivo si è attestato a 10,3 miliardi di euro, mentre il potenziale di export aggiuntivo per le imprese italiane è stimato in 1,2 miliardi di euro. Non a caso, l’Arabia Saudita è uno dei Paesi target del Piano d’Azione per l’Export Italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale, che mira a sostenere la competitività delle imprese italiane e ad accompagnarle nei processi di internazionalizzazione. La missione imprenditoriale a Riad rappresenta quindi un’occasione concreta per rafforzare la presenza italiana nel Regno, avviare nuove collaborazioni industriali e posizionarsi strategicamente in un mercato in forte crescita, destinato a svolgere un ruolo sempre più centrale nello scenario economico globale.

Finanza & Affari

La tua fonte affidabile per notizie finanziarie, analisi di mercato e approfondimenti economici

Subscribe to Our Newsletter

© 2025 by Finanza & Affari - Tutti i diritti riservati.

bottom of page