Big Tech a caccia di AI: l’Europa è il nuovo obiettivo per le operazioni di M&A
- Redazione
- 5 dic
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Negli ultimi anni, come accade per molti trend tecnologici, il mercato europeo e globale dell’intelligenza artificiale è stato descritto soprattutto attraverso il numero dei round di investimento e l’entità dei capitali raccolti. Nel 2025, però, il parametro che indica realmente la maturità del settore è cambiato: al centro non ci sono più solo i finanziamenti, ma le operazioni di fusione e acquisizione (M&A).Dopo due anni di raccolte record, i primi segnali concreti di consolidamento arrivano infatti dal mercato dell’M&A. I grandi gruppi tech e le scaleup più solide stanno acquistando startup native dell’AI per rafforzare il proprio vantaggio competitivo, accelerare il go-to-market e assicurarsi i talenti migliori.
M&A AI in Europa: l’avvio di un nuovo ciclo di consolidamento
Una nuova ondata di acquisizioni sta attraversando l’ecosistema europeo dell’intelligenza artificiale, segnando l’inizio di una fase diversa. Dopo il periodo della sperimentazione, le aziende più capitalizzate preferiscono oggi integrare soluzioni pronte e team già operativi, riducendo rischi e tempi di sviluppo.
Numeri da record per le acquisizioni di startup AI europee
Secondo i dati diffusi da Sifted, nei primi dieci mesi del 2025 si sono già concluse circa cento acquisizioni di startup europee specializzate in AI, superando il precedente record delle ottantacinque operazioni registrate nell’intero 2024.
I mesi di luglio e agosto hanno segnato i livelli più elevati di sempre, con rispettivamente diciotto e quindici deal. Il mercato sta dunque entrando in una vera fase di consolidamento, in cui l’obiettivo non è più soltanto sperimentare, ma scalare tecnologie già validate.
Il profilo delle startup target e la crescita delle early exit
Le acquisizioni riguardano aziende con tecnologie già validate in contesti enterprise e ricavi ricorrenti nell’ordine dei sei-dieci milioni di euro. Sono realtà che hanno dimostrato la solidità del proprio prodotto e che diventano oggi target ideali per chi vuole accelerare lo sviluppo e portare rapidamente sul mercato soluzioni di AI affidabili e scalabili.
Questo fenomeno favorisce anche un aumento delle early exit, immettendo nuova liquidità negli ecosistemi locali e alimentando un circolo virtuoso fatto di second time founders ed early employees che, con capitali freschi, possono avviare nuovi progetti o investire in quelli altrui.
Le grandi acquisizioni che ridisegnano la mappa del potere nell’AI europea
I deal più significativi del 2025 mostrano bene come l’Europa sia diventata un mercato strategico per i grandi player globali.
I deal simbolo dell’M&A AI in Europa
Tra le operazioni più rilevanti, Workday ha acquisito la svedese Sana Labs, attiva nel knowledge management basato su AI, in un accordo da circa 1,1 miliardi di dollari: una delle più grandi exit europee di sempre e un segnale della forte domanda di soluzioni enterprise pronte per l’integrazione.
Poco dopo, il gruppo israeliano-americano NICE ha acquistato la tedesca Cognigy, leader nell’AI conversazionale, per circa 955 milioni di dollari. Anche Salesforce ha rafforzato la sua presenza in Europa, integrando la britannica Convergence, specializzata in AI per le vendite. Nel settore della cybersecurity, Check Point Software ha rilevato la svizzera Lakera, attiva nella protezione delle applicazioni di agentic AI, in un deal da circa 300 milioni di dollari.
L’Europa come bacino di innovazione “pronta da acquistare”
Queste operazioni confermano il crescente interesse dei colossi globali verso le tecnologie sviluppate in Europa. L’obiettivo è integrare competenze già mature, ampliando l’offerta e neutralizzando potenziali concorrenti.
In questo scenario, l’Europa si configura come un serbatoio di innovazione competitivo e accessibile, dove convivono ricerca avanzata, talenti di alto livello e valutazioni ancora più contenute rispetto ad altre aree del mondo.
Perché l’M&A nell’AI europea accelera proprio adesso
La corsa alle acquisizioni risponde a diverse ragioni, che intrecciano strategia industriale, rapidità di esecuzione e convenienza economica.
Velocità e go-to-market
La prima leva è la rapidità. I grandi gruppi possono integrare prodotti già pronti e portarli subito sul mercato grazie alle proprie reti commerciali globali, evitando anni di R&D e riducendo i rischi legati all’adozione.
Valutazioni più realistiche dopo la bolla del 2021
Un altro fattore riguarda le valutazioni: dopo la bolla del 2021, i prezzi si sono ridimensionati e molti asset tecnologici oggi sono acquistabili a multipli più sostenibili.
La “guerra dei talenti” e la logica dell’acqui-hire
Infine, c’è la competizione per il talento, particolarmente intensa nel settore AI. Acquisire una startup permette di integrare rapidamente un team di specialisti. L’operazione di Anthropic, che ha assorbito il team londinese di Humanloop, è un esempio chiaro di questa strategia di acqui-hiring.
Scaleup e startup: un ecosistema che cambia ruolo nell’M&A AI
Per la prima volta, anche alcune scaleup europee non sono solo target, ma diventano esse stesse acquirenti, un segno di maturazione dell’ecosistema.
Le nuove scaleup acquirenti: Mistral AI, Poolside e Jack & Jill
La novità del 2025 è che anche attori europei cominciano a muoversi sul fronte M&A. Mistral AI, dopo il mega-round da 1,7 miliardi, ha istituito un team dedicato alle acquisizioni. La britannica Poolside sta seguendo la stessa direzione, assumendo figure esperte in M&A. Persino realtà nate da poco, come la londinese Jack & Jill (fondata nel 2025 e finanziata con 20 milioni di dollari), hanno annunciato piani per integrare piccoli team tech tramite operazioni di acqui-hire.
Operazioni mid-size e nuove opportunità nell’ecosistema
Si tratta di operazioni generalmente comprese tra dieci e cinquanta milioni di dollari. Anche se meno visibili, queste transazioni immettono liquidità nel sistema e aprono nuove carriere per ingegneri e fondatori, contribuendo a un ecosistema più dinamico e sostenibile.
Sovranità tecnologica europea: equilibrio tra rischi e opportunità
Il tema centrale resta quello della sovranità tecnologica. Se la maggior parte delle acquisizioni proviene da player extraeuropei, il rischio è che l’Europa perda rapidamente i propri campioni nazionali. Il problema è aggravato dalla scarsità di capitali di crescita adeguati.
Per questo la Commissione Europea sta accelerando sulla creazione di strumenti come lo Scale-up Europe Fund, un fondo pubblico-privato da 10 miliardi destinato a sostenere le aziende in fase avanzata e trattenere nel continente una parte del valore generato dall’AI.
L’M&A AI come leva per la maturità industriale europea
Il 2025 segna così il passaggio dell’ecosistema AI europeo a una fase più industriale. Dopo l’era della pura innovazione, l’attenzione si sposta sull’esecuzione e sull’integrazione tecnologica.
I fondatori devono preparare le proprie aziende a essere integrabili in contesti enterprise, mentre i VC vedono finalmente possibilità concrete di ritorno. Per le scaleup più solide, invece, l’acquisizione diventa una strategia di difesa e rafforzamento competitivo.
L’Europa ha davanti una sfida decisiva: trattenere una quota del valore generato dalla propria innovazione e costruire veri campioni continentali dell’AI. Le acquisizioni non rappresentano una resa, ma un passaggio naturale verso la crescita industriale del settore.
Se sostenuto con visione di lungo periodo e capitali adeguati, questo consolidamento può trasformarsi in un vantaggio competitivo per l’intero ecosistema europeo dell’intelligenza artificiale.





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